Analisi d’impatto socioeconomico del cantiere
ll Ponte sullo Stretto richiederà un investimento complessivo di oltre 13 miliardi e mezzo di euro che agendo come stimolo all’economia nazionale determinerà un impatto positivo sul Pil di oltre 23 miliardi complessivi, con un effetto moltiplicatore della spesa pari a 1,71. Saranno oltre 36.000 gli occupati, tra diretti e indiretti, per la durata del cantiere stimata in 8 anni. Sono alcuni dei risultati dello studio di OpenEconomics “Il Ponte sullo Stretto di Messina” illustrato mercoledì 20 marzo da Dino Ferrarese durante la tavola rotonda “Logistica e infrastrutture per le imprese siciliane fattore chiave per la competitività” organizzata da Unioncamere Sicilia, Uniontrasporti, con la Camera di Commercio Palermo Enna e il patrocinio della Regione Sicilia.
I dati alla base dell’analisi – forniti da Uniontrasporti, Stretto di Messina Spa, Istat e Banca d’Italia -sono stati utilizzati per alimentare un modello macro economico di tipo “Matrice di Contabilità Sociale (SAM)” in linea con le prassi valutative internazionali. In questa prima fase di analisi ci si è limitati alla valutazione degli effetti del periodo di cantiere, ovvero degli effetti della spesa per la realizzazione dell’opera in termini di ricadute estese dirette e indirette (spillovers) sull’economia italiana nel suo complesso.
Lo studio di OpenEconomics conferma la rilevanza economica dell’opera che mostra produrre effetti significativi e diffusi, sia regionalmente che settorialmente. I 23,1 miliardi di Pil vengono generati in via diretta (5,9 miliardi, pari al 26% del totale) per effetto della spesa in beni e servizi nei settori produttivi coinvolti per la costruzione; in via indiretta (3,8 miliardi, pari all16% del totale) come risultato dell’attivazione delle catene del valore; e in maniera indotta (13,4 miliardi pari, al 58% del totale) per effetto della reimmissione nel sistema economico dei redditi da lavoro e capitale, e del reinvestimento delle entrate fiscali prevalentemente sotto forma di spesa pubblica.
Oltre a Sicilia e Calabria, fisicamente coinvolte dal cantiere, le regioni italiane che ricevono maggiori benefici economici sono Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto. Manifattura, Costruzioni e Servizi alle imprese sono i tre comparti maggiormente impattati dalla costruzione della grande opera. Per quanto riguarda infine gli effetti sul fisco, il cantiere del Ponte determinerà 10,3 miliardi tra gettito diretto (6,9 miliardi) e indiretto 3,4 miliardi). La seconda fase dell’analisi di OpenEconomics sul Ponte analizzerà più in dettaglio l’ecosistema economico e sociale degli utilizzatori diretti dell’infrastruttura e verterà sulla stima puntuale dei benefici e dei costi economici dell’opera. La presentazione di quest’ultima è prevista per maggio.
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Lo studio completo in pdf https://www.openeconomics.eu/wp-content/uploads/2024/03/OE_UT_Ponte_260324-6.pdf