È di poco meno di 20 miliardi di euro l’impatto economico che emerge da uno studio realizzato da OpenEconomics che ha valutato l’effetto della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, appena inserito nella legge di bilancio dal governo.
Saranno 12 miliardi e 300 milioni il totale della spesa necessaria a realizzare l’infrastruttura che collegherà via terra la Sicilia alla Calabria.
OpenEconomics per lo studio ha utilizzato fonti pubbliche derivanti dagli studi di fattibilità dei progetti e da altre fonti giornalistiche ed elaborato i dati con un modello di Matrice di contabilità sociale multiregionale italiano – realizzato sempre da OpenEconomics – e aggiornato al 2022.
La spesa per la costruzione del ponte potrà contribuire alla formazione del PIL dell’Italia, per 19,7 miliardi di euro, con oltre 33 mila occupati negli 8 anni complessivi di cantiere. Le entrate fiscali ammonteranno a circa 8,8 miliardi mentre i redditi delle famiglie saranno di 18,7 miliardi di euro. Il moltiplicatore della spesa è pari a 1,83. Vale a dire, che per ogni euro speso per la realizzazione del ponte sarà prodotto in Italia 1,83 euro di PIL
L’impatto dei 19,7 miliardi di euro sul PIL andrà a beneficio di tutto il territorio nazionale con Lombardia (5,6 miliardi di euro) e Lazio (3,7 miliardi di euro) che assorbiranno rispettivamente il 29% e il 19% dei benefici sul PIL, la Sicilia (2,1 miliardi di euro, pari all’11%) e la Calabria (1,9 miliardi di euro, pari al 10%). Tutte le altre regioni beneficeranno nel complesso del 32% di impatto sul Pil pari a poco più di 6,3 miliardi di euro. Anche l’occupazione sarà diffusa su tutto il territorio con più di 9.337 occupati in Lombardia, poco più di 6.628 nel Lazio e circa 6.000 in Sicilia e Calabria, così come il contributo sui redditi delle famiglie che saranno pari al 27% in Lombardia, 18% nel Lazio e 22% tra Sicilia e Calabria tra le regioni maggiormente beneficiate.
Lo studio è stato pubblicato al Corriere della Sera Economia. Link all’articolo